(The Siblings play, traduzione di Michela Compagnoni)
con Simone Bobini, Teo Achille Caprio, Michele Ferlito, Giulia Gizzi e con Barbara Folchitto
regia di Tomaso Thellung
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Testo presentato in traduzione italiana in occasione di OnStage! festival – l’America è di scena il 25 gennaio 2019 presso la Sala Squarzina del Teatro Argentina di Roma, in collaborazione con Mentor Project – Cherry Lane Theatre di New York, DAMS Università Roma3, Dipartimento di Linge, Letterature e Culture straniere Università Roma3, Fondazione Roma3 Teatro Palladium. Sarà in scena a Maggio al Teatro Palladium.
Lo spettacolo, diretto dal nostro direttore artistico Tomaso Thellung, è parte integrante del OnStage! festival che è stato co-organizzato dalla nostra Associazione, ed è andato in scena al Teatro Palladium di Roma il 23 maggio 2019.
NOTE DI REGIA
I testi che arrivano dagli USA sono sempre molto stimolanti, trattano temi di grande attualità sia dal punto di vista sociale che culturale, una tendenza probabilmente dovuta ad una maggiore presenza multietnica e multiculturale nel tessuto sociale di quel paese rispetto al nostro.
Mettere in scena questo testo è stato un po una scommessa perché all’origine si parla di una famiglia di colore che abita ad Harlem. Non avendo qui a Roma la possibilità di trovare un cast di attori di colore, e per di più di tante età differenti, non volendo neanche fare una trasposizione di tutta l’ambientazione e ricostruirlo nella periferia romana, o qualcosa del genere, abbiamo trovato la perfetta soluzione (con approvazione della autrice) spostando l’ambientazione solo di qualche chilometro, nel Bronx con una famiglia italiana (essendo un quartiere dove, da molte generazioni, vivono o vanno ancora oggi a stabilirsi lì famiglie italiane). Quindi abbiamo mantenuto tutti i riferimenti spaziali (i luoghi di cui si parla sono gli stessi) e temporali (oggi) ma soprattutto i rapporti sociali; si perché è importante sapere che anche gli italiani in america, così come i neri o come altre etnie, sono considerati “di colore” e non bianchi come noi ci consideriamo. I bianchi sono “gli americani bianchi” ovvero quelli originari degli USA, di carnaggione decisamente bianca. E queste differenze le ritroverete nel testo.
Ma per il resto FRATELLI è la storia di una famiglia come altre mille in qualsiasi parte del mondo a mio giudizio, dove troviamo fratelli “abbandonati” dai genitori, a volte segnati da un abbandono fisico altre volte semplicemente da un abbandono psicologico. Fratelli costretti a farsi forza l’un l’altro per crescere in una vita non certo facile, a lottare con le difficoltà quotidiane, il prezzo della vita, le liti con i genitori, ambienti degradati, la voglia di non sentirsi diversi o ghettizzati! Insomma come accade in molte parti del mondo a molti fratelli.
Ho cercato in questa messa in scena, grazie ad un magnifico cast di attori, di tenere fede quanto più possibile al meraviglioso testo originale di Ren attraverso una messa in scena quanto più semplice e pulita vista già la forza dirompente dei contenuti. Ho cercato di fare un lavoro “in levare” che rendesse i dialoghi il più secchi ed efficaci possibile senza doverci costruire altro sopra. A voi il giudizio del risultato.
SINOSSI
Per Mars, Leon and Marie ciò che definisce la famiglia è la sopravvivenza. E’ qualcosa che hanno imparato dai genitori e consolidato nel tempo. Questi ragazzi sono cresciuti sapendo come apparire solidi mentre la vita li riempie di buchi, e quando uno dei genitori tenta di insinuarsi nella vita di uno di loro, i buchi iniziano a sanguinare. Ne scaturisce uno spirito vendicativo e uno dei fratelli non riesce a tenergli testa. Vivere per questi ragazzi significa essere perseguitati da persone che se ne sono andate ma non sono ancora morte.